In venti punti, curiosi e divertenti, vi condensiamo una storia avvincente che mai avreste potuto sospettare. E se avete altre domande, mandatecele a info@claragigipadovani.com
1. Friulano o trevigiano? E’ la diatriba che ha diviso due Regioni. Tutti i libri finora hanno scritto che il tiramisù è nato alle Beccherie di Treviso nel 1970. E’ vero. Ma tra il 1940 e il 1950 a Pieris, vicino a Trieste, è stato creato dal cuoco Mario Cosolo un dolce al cucchiaio, battezzato “Coppa Vetturino Tirimesù”. Nel 1959 a Tolmezzo, in Carnia, la cuoca Norma Pielli nell’Hotel Roma serviva ai clienti (ci sono le prove) un suo tiramisù in teglia con savoiardi, caffè e crema mascarpone. E i veneti? L’hanno diffuso nel mondo, soprattutto da Venezia con il ristorante “Ai do forni”.
2. In una casa chiusa. E’ la versione più “creativa” sulla nascita del tiramisù. Vi ricordate la pellicola di Pietro Germi, “Signore & Signori”, girata a Treviso nel 1965? Sono tante le avventure galanti di quella provincia godereccia, dove è nato il mito di un dolce creato in una casa di tolleranza in Calle dei Dall’Oro. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la tenutaria del bordello avrebbe improvvisato la golosa specialità usando ciò che aveva in dispensa: uova, caffè, zucchero, marsala e biscotti. Lo ha scritto Zenone Giuliato nel suo libro “Storie di Zeno”. Una bella storia, ma non ci sono le prove.
3. Gli antenati. Il primo dolce al cucchiaio che potrebbe aver dato origine al tiramisù è la “zuppa inglese”, nata tra Ferrara e Reggio Emilia già nel Settecento. E nel 1834 il libro di Vincenzo Agnoletti, cuoco alla Corte di Parma, ne dà conto. Poi è arrivato il “Dolce Torino” di Pellegrino Artusi, nel 1891. Ma già nel 1569 si citava il “trifle”, ovvero il dessert inglese amato dalle massaie. In inglese la parola “trifle” significa bagatella, scherzo, ed era una ricetta per confezionare una “charlotte”, ovvero un dolce al cucchiaio a base di panna.

4. Il mascarpone. Tra le Regioni che rivendicano i natali del tiramisù, in Italia, c’è anche la Lombardia. Perché nel Lodigiano, a pochi chilometri da Milano, si trovano le prime tracce del mascarpone, il formaggio che ne è un ingrediente fondamentale. Lo si consumava a Natale, con il panettone e spolverato di cannella. E’ realizzato grazie alla coagulazione della panna a 91° C con un po’ acido citrico. A Lodi vi sono ancora delle aziende artigiane che lo producono, ma negli Anni Settanta del Novecento fu la Polenghi Lombardo a distribuire a livello nazionale quella specialità, consentendo di creare ovunque il goloso tiramisù tradizionale.

5. Savoiardi. Già, questi biscotti a forma di dito, tanto che in inglese si chiamano “finger lady”, sono nati a Torino, alla corte dei Savoia. Il cuoco del Re Vittorio Emanuele II, Giovanni Vialardi, nel suo trattato del 1854 li battezzò “biscotti alla Savoiarda”. Per la loro spugnosità – come il Pan di Spagna - sono adatti ad assorbire i liquidi e quindi perfetti per i dolci al cucchiaio. Non per questo si può sostenere che il tiramisù sia piemontese, come molti hanno creduto. In realtà i savoiardi sono soltanto un ingrediente.
6. Dal 1983 nei dizionari. La penetrazione nella lingua italiana di questa parola è stata molto veloce. Il primo vocabolario italiano che ne certifica l’esistenza, quasi contemporaneamente alla sua comparsa nei testi di cucina, è lo Zingarelli, che scriveva: “Dolce a base di Pan di Spagna intriso di caffè e farcito con mascarpone mescolato a uovo, zucchero e panna montata, il tutto ricoperto di un velo di cioccolato in polvere e servito freddo”. E nel 1989 arriva anche l’Oxford Dictionary.
7. In 23 lingue. Tanti termini della nostra cucina sono diventati internazionali: pasta, pizza, espresso, spaghetti. L’Accademia Italiana della Crusca ha certificato che è ormai presente come “italianismo gastronomico” in ben 23 lingue diverse. E in Cina è la parola italiana più cliccata sul web. Il gusto delle parole dunque viaggia con il cibo.

8. Nello spazio. L’astronauta italiano Luca Parmitano nel 2013 ha chiesto un menù speciale per la sua permanenza in orbita con la navicella russa Sojuz TMA-09M dell’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea. E lo chef torinese Davide Scabin, del ristorante Combal.Zero, l’ha accontentato, con un tiramisù disidratato, messo in busta dalla Argotec. Più in alto di così…
9. I record friulani. Sapete dove è stato preparato il “tiramisù” più grande del mondo? A Gemona (Ud), in Friuli Venezia Giulia: 3015 kg di bontà certificati dal Guiness World Record. E quello più lungo? A Villesse (Go), al Tiare Shopping Center, l’11 febbraio 2018: 266,90 metri di dolcezza (foto sotto)!

10. I Maestri dell’Accademia pasticceri. La prestigiosa associazione di pastry chef creata dal Maestro Iginio Massari nel 1993 si riunisce ogni anno per un Simposio pubblico che offre a tutti lo “stato dell’arte” della loro attività. Nel 2011, a Parma, l’incontro fu dedicato al tiramisù, con una “gara” tra le giacche bianche dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani. Manco a dirlo, vinse Massari.

11. I cuochi virtuali. Esiste un’associazione di chef che si chiama Gvci, Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, che su una piattaforma internet raccoglie 2200 protagonisti della ristorazione Made in Italy che lavorano all’estero, in quasi 80 nazioni. Ogni anno presentano nei loro locali un piatto della tradizione tricolore, e nel 2013 fu scelto appunto il tiramisù, realizzato in cento versioni.
12. Tiramisuday. Ogni cibo ha un giorno nel quale viene celebrato: il World Pasta Day è il 25 ottobre, c’è la Giornata Mondiale del Latte indetta dalla Fao il 1° giugno, ad Asti hanno organizzato, a fine novembre, il Bagna Cauda Day. Ma il tiramisù non aveva una “sua” giornata. Con il sostegno di Eataly sarà festeggiato il 21 marzo in tutto il mondo: noi saremo negli stores di New York e di Trieste. Nel primo giorno di primavera che cosa c’è di meglio, per uscire dal grigiore dell’inverno?
13. Un film americano. Nel 1993 a far conoscere il tiramisù negli Usa fu il film “Sleepless in Seattle” (in Italia “Insonnia d’amore”), con Tom Hanks e Meg Ryan. Un amico di Hanks, nella pellicola vedovo inconsolabile, gli dice una parola magica in italiano: “tiramisù”, per consigliarlo a rifarsi una vita.

14. In Giappone. Nel 1990 la rivista “Hanako” pubblicò otto pagine dedicate ai ristoranti che a Tokyo servivano un buon tiramisù. Da quel momento le giovani donne del Sol Levante lo preparano con amore ai loro fidanzati.
15. Tante insegne. Nel mondo esistono decine, forse centinaia di locali o di ristoranti che portano la parola magica nell’insegna. Come negli Stati Uniti: a San Francisco, a Miami Beach (si chiama “Tiramesu”, fu creato da trevigiani), a Washington D.C., a New York City. Ma anche in Oriente, a Dubai, in Pakistan, in Vietnam. E naturalmente in Europa, dalla Francia alla Germania all’Italia.

16. Scale e cosmetici. Il tiramisù è diventato un media: molte aziende hanno usato questa parole per dare un nome a oggetti, come una famosa scala della Kartell, o tinture di capelli o a prodotti di bellezza.
17. Nel cinema. Ci sono molte pellicole che hanno usato il tiramisù come richiamo, sia soltanto in una scena sia persino nel titolo. L’ultimo film, italiano, si intitola appunto “Tiramisù”, per la regia di Fabio De Luigi: una commediola leggera, metafora di un Paese che indulge alla piccola corruzione familiare. Poi esiste una versione cinese, del regista Dante Lam, del 2002, che probabilmente ha contribuito alla notorietà del dolce tra i giovani (è una vicenda d’amore) e infine c’è l’opera della regista olandese Paula van de Oest: anche in questo caso è una storia romantica.
18. Citazioni golose. Giornalisti, editorialisti, scrittori hanno usato il tiramisù come metafora o richiamo amoroso. Chiara Gamberale, nel suo “Per dieci minuti”, Enrica Tesio in “La verità, vi spiego, dell’amore”, e Marco Malvaldi in “Odore di chiuso” (con licenza poetica sulla datazione del dolce). Ma ci sono anche due autrici inglesi che vanno matte per il nostro dolce al cucchiaio: Carole Matthews e Helen Fielding.
19. Ricette d’autore. Nel nostro libro Tiramisù. Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiani più amato (Giunti) 23 chef stellati da tutto il mondo offrono le loro interpretazioni d’autore: Albert Adrià, Josean Alija, Lidia Bastianich, Martin Benn, Umberto Bombana, Simone Bonini, Roy Caceres, Joey Campanaro, Guido Castagna, Enrico e Roberto Cerea, Mauro Colagreco, Enrico Crippa, Tomaž Kavčič, Gualtiero Marchesi, Paolo Masciopinto, Iginio Massari, Davide Oldani, Giancarlo Perbellini, Andrea Ribaldone, Fernando Rivarola, Niko Romito, Matti Romppanem, Yoij Tokujoshi.

20. Ricette non solo dolci. Ognuno ha la sua interpretazione. Nel libro Clara ne realizza 17, dal tiramisù “romeno” con la marmellata alle rose, al “Torinomisù” con i grissini al “Pescamisù” col baccalà. E voi? Mandateci la vostra ricetta con una e-mail a info@claragigipadovani.com.
